Che storia lo Storytelling

Con la moda di utilizzare parole anglofone si è diffuso anche da noi il termine Storytelling.
Con questo termine però si intende qualcosa in più che il semplice “raccontare storie”.
Il suo significato assomiglia molto di più all’arte di abbellire e filtrare un racconto perché venga reso più appetibile e attrattivo.
Il buon Alessandro Robecchi nella sua serie di romanzi gialli con al centro l’autore televisivo e detective per caso Carlo Monteressi lo definisce “pettinare una storia”.
C’è anche una bella storia che secondo me spiega bene quest’arte.
C’era un mendicante cieco che chiedeva la carità su un marciapiede e il cartello con cui accompagnava il piattino per le offerte recitava: “Sono cieco aiutatemi per favore”. Il piattino conteneva solo poche monete quando passò un uomo ben vestito che lavorava in un’agenzia pubblicitaria che aveva sede li vicino. L’uomo guardò il piattino così povero, prese il cartello, lo girò e scrisse qualcosa con un pennarello nero. Il mendicante provò a chiedergli qualche moneta ma l’uomo posato di nuovo il cartello sul marciapiede se ne era già velocemente andato.
Alla sera l’uomo uscì dall”ufficio e tornando verso casa ripassò davanti al mendicante e vide il piattino pieno di monete e persino banconote.
Il mendicante l’aveva riconosciuto dal rumore delle sue scarpe di cuoio; gli chiese: <<Questa mattina non ti ho chiesto cos’hai scritto sul mio cartello. Da quando l’hai fatto sono iniziate a piovere offerte. Hai scritto qualche bugia?>> L’uomo gli rispose: <<No amico, ho scritto solo il vero: Oggi inizia la primavera ed io non posso vedere sbocciare i fiori>>