L’ultimo giorno da pendolare

Era il 10 Marzo del 2020, Covid19 non aveva ancora mostrato tutto il suo orrore ma la zona rossa si era già estesa da tutta la Regione Lombardia a tutto il territorio nazionale.

In ufficio era stato deciso di fare i turni per mantenere un minimo presidio. Al mattino lascio la macchina come solito nel parcheggio della stazione di Biassono – Lesmo – Parco: è vuoto. Quando vidi le sbarre del passaggio a livello scendere, scesi al binario: deserto. Poi poco prima dell’arrivo del treno arrivarono 2 persone.

Biassono – Lesmo – Parco 10 Marzo 2020

All’interno del treno pochissime persone, molte delle quali con la mascherina. Qualcuno la simula con la sciarpa.

Anche la metropolitana era poco frequentata

tanto che quando scendo a Porta Genova (M2) ho solo 2 persone davanti a me invece delle decine con le quali di solito devo sgomitare

Al ritorno il copione è il medesimo, pochissime persone.

Alla metropolitana di Porta Garibaldi la scena che mi si presenta di fronte è per me surreale. Dove fino a pochi giorni prima decine di pendolari frettolosi correvano verso il loro treno e il tanto desiderato rientro a casa, non c’era nessuno. O meglio un solo viaggiatore che scrutava l’orario dei treni.

Milano Porta Garibaldi, 10 Marzo 2020

Il giorno dopo decisi di recarmi in ufficio in auto per correre anch’io meno rischi. Dal 12 Marzo ho iniziato lo smart working.

Ora ho rimesso mano a questo blog, e stranamente sento la nostalgia del mio essere pendolare. Che tornerà, quando tutto finirà.

Sperem.

Pendolari gentili

Ritorno a casa in treno è venerdì sera.
Stanco, mi addormento dopo aver letto qualche pagina di giornale.
Mi sveglio di soprassalto, vedo la mia stazione.
Raccolgo al volo le mie cose e corro alla porta per scendere.
La porta è già chiusa, non posso più scendere. Corro nell’altro vagone nella speranza di riuscire ad aprire la porta. Il treno parte.
Mentre sto aspettando la stazione successiva, già pensando al fatto che dovrò aspettare circa mezz’ora per tornare indietro, sento una voce che mi saluta.
Un uomo che conosco di vista, sono più amico di suo fratello. Gli racconto sconsolato che sarei dovuto scendere alla fermata precedente ma che mi sono addormentato e non ho fatto in tempo.
A questo punto lui, arrivato a casa, perchè abita a 10 metri dalla stazione dove scendiamo, si offre di accompagnarmi alla stazione precedente in macchina.
La gentilezza ancora esiste.
Fai il bene e il bene torna. 

Ho visto anche pendolari felici

Finalmente la pazienza infinita dei pendolari della linea Milano-Monza-Molteno-Lecco è stata ricompensata e i nuovi treni sono entrati in funzione.

Mi è capitato così di vedere scene che non credevo possibili. Pendolari felici di prendere la corsa mezz’ora prima del solito pur di vedere il treno nuovo. Pendolari  felici di veder arrivare il controllore e felici di mostrargli l’abbonamento o il biglietto.
Pendolari apprezzare la silenziosità del treno. Pendolari intenti a scoprire e a lodare anche i piccoli particolari come le prese di corrente per PC e telefonini. Pendolari viaggiare comodi!

Qualche altro pendolare ora mi dirà : cosa vuoi di più? Semplice una linea ferroviaria adeguata ai tempi e che adegui i suoi tempi a quelli frenetici dei pendolari. Una linea ferroviaria che venga ammodernata per consentire di fare più scambi e ridurre i tempi di percorrenza. Una linea ferroviaria dove ci siano pochi passaggi a livello e quei pochi funzionino perchè se mettiamo un treno nuovo sui binari, un treno che può fare i 140 Km/h, e poi deve rallentare fino ad andare a passo d’uomo ad ogni passaggio a livello… le mezz’ore di ritardo non si contano!

I pendolari hanno avuto pazienza e ne avranno ancora, ma devono ora essere più uniti che mai nel chiedere che vengano rimossi i tagli al trasporto pubblico e che vengano fatti gli investimenti minimi per migliorare la linea.

Sperem.