Due storie nei Mondiali di Ciclismo 2022

I due campioni del Mondo Elite e i loro riscatti

Si sono chiusi questa mattina (per il fuso orario europeo) i campionati del Mondo di Ciclismo del 2022 che si sono tenuti a Wollongong in Australia. La nazionale italiana ha ottenuto poche medaglie però i due Campioni del Mondo Elite, hanno scritto due pagine di storia di questo sport.

Il coraggio di Annemiek Van Vleuten 

La prima storia è stata sabato quella di Annemiek Van Vleuten una delle più forti cicliste in attività che quest’anno, a quasi 40 anni (li compie il prossimo 8 ottobre), è stata in grado di vincere le tre grandi corse a tappe (Giro, Tour e Vuelta) e la Liegi-Bastogne-Liegi. Il mercoledì precedente alla prova in linea partecipa alla crono staffette mista e poco dopo la partenza rovina a terra e procurandosi una microfrattura al gomito destro.

La sua partenza alla prova in linea (164 km) rimane in dubbio ma decide di partire e di mettersi a disposizione delle sue compagne di squadra in particolare di Marianne Vos, una delle favorite. A Wollongong piove, le immagini televisive sono impietose e una sovraimpressione testimonia che sul percorso c’è “Heavy rain”. Pensate quindi a come condurre una bicicletta in queste condizioni meteo; pensate a come farlo con il gomito destro fratturato e bendato.

All’ultimo giro vanno in fuga 5 cicliste tra cui la nostra Elisa Longo Borghini. Sembrano farcela ad arrivare a contendersi la maglia iridata allo sprint ma poco prima dell’arrivo il gruppo le riprende. Annemiek rimane leggermente staccata in fondo al gruppo che rientra sulle fuggitive ma quando si sta per arrivare alla flamme rouge dell’ultimo km la telecamera dall’elicottero inquadra la sua maglia arancione stinto che si invola sulla destra della sede stradale saltando tutto il gruppo che sta preparando la volata. Prende un piccolo vantaggio e taglia il traguardo con 1 secondo di vantaggio sul gruppo: è la nuova campionessa del Mondo e può piangere di gioia abbracciata dalle sue compagne di squadra.

Remco Evenepoel, il riscatto del predestinato

La seconda storia viene scritta domenica da Remco Evenepoel giovane belga di neanche 23 anni che nel 2018 da Juniores vinse i campionati europei e mondiali sia in linea che a cronometro: un predestinato.

Due anni fa nel primo anno della pandemia il calendario ciclistico viene stravolto e il Giro di Lombardia viene corso a Ferragosto. Nonostante la sua giovanissima età (ha 20 anni) e il suo debutto in una gara monumento, il belga è uno dei favoriti grazie alle vittorie in 4 brevi gare a tappe ottenute nell’anno. Ma nella discesa che dalla Colma di Sormano porta a Nesso per tenere il contatto con i primi sbaglia una curva e colpisce il parapetto in muratura di un ponte cadendo di sotto per una decina di metri; rischia la vita ma ha la fortuna che la sua caduta viene rallentata ed attutita dai rami di un albero. L’esito è la frattura del bacino e sei mesi per il recupero.

Ritorna nel 2021, prova l’avventura al Giro d’Italia ma non va benissimo, al campionato europeo arriva secondo dietro il nostro Sonny Colbrelli e nel mondiale di casa rimane bloccato dalla tattica della squadra nazionale belga.

Quest’anno invece in primavera vince la Liegi-Bastogne-Liegi la più antica delle classiche con una irresistibile fuga solitaria e poi al Giro di Spagna vince il suo primo grande Giro. Arriva quindi al Mondiale australiano tra i favoriti ma nella sua squadra c’è anche l’altro grande pronosticato (ma eterno secondo) Wout Van Aert. Così ai 75 km dall’arrivo entra in una fuga di un folto gruppo dove la parte più grossa è della nazionale francese; allo scoccare del penultimo giro si porta davanti e allunga sul suo gruppetto e il solo Lutsenko lo segue. Rimane quasi sempre davanti a tirare e sullo strappo più duro del percorso allunga ancora e stacca il kazako. Transita sul traguardo per iniziare l’ultimo giro con oltre un minuto di vantaggio. Tutto l’ultimo giro è come una cronometro per lui che è uno specialista. All’arrivo ha oltre 2 minuti di vantaggio sul gruppo il maggior vantaggio sul secondo classificato in un mondiale dal 1968.

A 22 anni e 9 mesi è uno dei campioni del mondo professionisti (o Elite come si dice oggi) più giovani. Il suo unico rammarico è che l’anno prossimo il campionato del mondo si terrà a inizio agosto e quindi vestirà la maglia iridata per soli 10 mesi di gare. Ma anche a Glasgow 2023 (e per tanti anni a venire) Remco sarà l’uomo da battere.

Pubblicato da

Tiz

Informatico di mestiere, fotografo nel tempo libero per passione, curioso di natura.

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